L’HOME STAGING, PER VENDERE CASA VELOCEMENTE.

Published by:

CHE COS’E’ L’HOME STAGING E PERCHE’ SCEGLIERLO COME STRATEGIA DI MARKETING PER LA VENDITA DI UN IMMOBILE.

Già da qualche anno ormai, si sta diffondendo in Italia una nuova strategia di marketing per vendere più velocemente le case: l’home staging.

Questo servizio consiste nel valorizzare l’abitazione in vendita, rendendola più accattivante e desiderabile ai potenziali clienti. Di quattro mura in vendita ce ne sono molte, troppe, e i potenziali acquirenti sono pochi: questo significa che sceglieranno quella casa che li colpisce e ha qualcosa di diverso, particolare ed esteticamente bello.

L’home stager ha questo compito: riscaldare l’atmosfera dell’immobile, renderlo come la vetrina di un negozio o di uno showroom, la traduzione letterale sarebbe “metterlo in scena”. Pensiamo a un Matrimonio o a un primo appuntamento, un colloquio di lavoro ecc. qualcuno si presenterebbe mai spettinato, vestito male e con la faccia sporca? Siamo nel secolo in cui l’immagine vale più di mille parole, e se una volta sarebbe bastato scrivere una bella descrizione dell’immobile, dettagliata e accurata, ora non basta più, la gente vuole “vedere” e percepire la casa “sua”, già dall’annuncio online.

La strategia dell’home staging si avvicina molto a quella del web marketing, fondamentale al giorno d’oggi, visto che molti fanno ricerche online, selezionano gli annunci immobiliari e decidono quali case andare a vedere. Questo che cosa significa? Che bisogna differenziarsi anche sul web, perché un bel allestimento deve essere fotografato al meglio. Solitamente l’home stager tra i suoi servizi include un servizio fotografico professionale, con attrezzatura idonea e post-produzione delle immagini. Per i clienti è importante avere un’idea ben precisa della casa già dall’annuncio pubblicitario, “l’effetto sorpresa” non è molto apprezzato, perché molto spesso è visto come una perdita di tempo.

prima e dopo soppalco

TIPOLOGIE DI HOME STAGING.

L’allestimento può essere effettuato sia su case non arredate, sia su case arredate e vissute.

– Case non arredate e disabitate

Se la vostra casa rientra in questa tipologia non abbiate timore, non dovrete arredare casa per venderla. L’home staging non è un arredamento utilizzabile, ma semplicemente una scenografia che simula l’arredamento e l’ingombro che potranno avere i mobili. Nell’immagine precedente il letto è finto, infatti non ci si può sedere visto che è stato creato con un materassino gonfiabile e degli scatoloni, il tutto ricoperto con un copriletto e dei cuscini, eppure sembra vero.

Vantaggi: il cliente potrà immaginarsi la sua camera da letto, capire come sfruttare gli spazi e emozionarsi. Già il fatto di riuscire a immaginarlo è positivo, perché se il cliente si convince che quella casa può essere abitata da lui, è già ad un passo dall’acquistarla. La maggior parte delle persone non riesce a fare questo lavoro mentale senza un po’ di aiuto, quindi perché non sfruttare questo servizio?

HST2Guardate la fotografia a sinistra, ecco cosa intendo con la frase “mettere in scena”. Il divano è stato fatto con dei bancali che sono stati verniciati di bianco, il costo è stato minimo, neanche paragonabile all’acquisto di un divano vero e proprio, eppure rende l’idea e fa percepire l’ambiente come una sala, dove prima avevamo solo una parete vuota.

La cucina è stata in questo caso simulata con un poster a grandezza reale. Ci sono vari metodi per ricreare la cucina, ma in questo caso ho preferito questa soluzione, più economica e pratica.

Questo loft era fermo sul mercato da due anni, è stato venduto in meno di due mesi dall’allestimento, che è stato apprezzato sia dai venditori che dagli acquirenti.

– Seconda tipologia: Case Arredate e abitate

HST3Se nelle case vuote l’obiettivo dell’home staging è quello di far capire gli spazi e arricchire l’ambiente con oggettistica e colori vivaci, nelle case abitate e già arredate bisogna fare proprio il contrario. Il termine tecnico è spersonalizzare. Se un ambiente è visto come vissuto o estraneo dall’acquirente, non riuscirà ad immedesimarsi nell’appartamento e lo scarterà per i motivi sbagliati. Fondamentali sono l’ordine e la pulizia, l’utilizzo di colori neutri e chiari, la sostituzione di oggetti personali come fotografie, spazzolini e dentifrici, accappatoi ecc. con oggettistica nuova e moderna.

– Come possono i proprietari vivere in una casa allestita per la vendita?

Tanti clienti che abitano nelle loro case mi chiedono se il servizio di home staging sia utile, se non sia meglio farlo solo per il servizio fotografico. Si, c’è anche questa opzione, ma la sconsiglio, perché è preferibile che il potenziale acquirente si senta a casa propria nel momento stesso della visita, e che riconfermi la sensazione positiva che aveva percepito già guardando le fotografie. Con la casa riordinata e con l’allestimento riproposto sarà più facile e veloce ridurre il processo di vendita, quindi è anche nell’interesse del proprietario dedicare tempo a questo.

hst5

COSTI E BENEFICI, QUANDO VA PAGATO L’ALLESTIMENTO?

Ovviamente l’intervento dell’home stager sarà differente e avrà costi proporzionati alla tipologia e alla metratura della vostra abitazione (più è grande più il materiale e il costo saranno maggiori), ma l’obiettivo dell’home staging è sempre quello di valorizzare facendo risparmiare il cliente.

Il servizio di home staging ben eseguito si vede subito al termine dell’allestimento, quindi va pagato prima della vendita, a prestazione avvenuta, come qualsiasi altro intervento di miglioria della casa (tinteggiatura, pulizie, ristrutturazioni ecc.), anche perché ci sono altre variabili che potrebbero incidere sulla vendita, come il prezzo dell’immobile, che deve essere congruo al mercato e valutato dall’agenzia immobiliare competente. Nel costo del servizio è compreso anche il noleggio del materiale, che solitamente è di massimo 6 mesi e il servizio fotografico professionale, oltre che all’ideazione e progettazione dell’allestimento e delle ore necessarie per realizzarlo.

I benefici dell’home staging sono molteplici, soprattutto a livello economico. Avere una casa ferma sul mercato per anni implica una spesa importante, sia per il proprietario che per l’agenzia. Per il proprietario ci sono le spese condominiali, le tasse, le bollette e in più il tempo passa e l’immobile perde di valore e invecchia, per cui avrà bisogno di manutenzione. Con l’home staging invece l’immobile si farà notare prima dai potenziali acquirenti e acquisirà ai loro occhi un valore maggiore, questo significa che tratteranno meno sul prezzo.

[Un ringraziamento speciale a Irene Gagliazzo – home stager professionista per questo articolo]

Se ti è piaciuto l’articolo puoi condividerlo sul web e sui social!

Per qualsiasi informazione scrivimi a: matteo@immobiliarenencioni.it

Geom. Matteo Nencioni – Consulente Immobiliare – Esperto nella valutazione e nella vendita di immobili

 

DETRAZIONI FISCALI PER IL 730: ECCO CHI POTREBBE AVERE IL CONTO PIÙ ALTO

Published by:

Grazie al bonus ristrutturazioni, quello sui mobili e quello dell’ecobonus, gli italiani potranno beneficiare di detrazioni fino al 65%; ma chi sono i contribuenti che potranno detrarre le somme maggiori? L’Osservatorio del sito ProntoPro.it ha condotto un’indagine per scoprire in quali città le fatture dei lavori di ristrutturazione sono più elevate e, di conseguenza, maggiori le detrazioni possibili. Secondo l’analisi Roma è il comune coi costi più salati. Qui, per ristrutturare un bilocale di 70 metri quadrati, si spendono in media 16.150€ vale a dire circa il 33%in più rispetto al dato nazionale.
Lo studio è stato condotto prendendo in esame i venti capoluoghi di regione e considerando un’ unità immobiliare per la quale fosse necessario procedere a lavori di ristrutturazione del bagno, imbiancatura, rifacimento dell’impianto elettrico e installazione di caldaia, realizzazione di porta blindata, sostituzione serratura, sistema antifurto e montaggio di apparecchi per il condizionamento. Dall’indagine è emerso che il costo medio nazionale di questa serie di interventi su un appartamento tipo equivale a poco più di 10.806€.
Al secondo posto nella classifica nazionale si è collocata la città di Milano con una spesa pari a 15.275€. Andando nel dettaglio è possibile scoprire, ad esempio, che per mettere in sicurezza la propria abitazione attraverso la creazione di un impianto di allarme e l’installazione di una porta blindata, a Milano sono necessari 4.290€. Nella città di Trento, invece, terza tra le città più care, la spesa totale equivale a 13.180€ e creare un impianto elettrico nuovo con 6 punti luce costa mediamente 365€.
Tra le città in cui si spende meno due città del Sud Italia occupano i primi posti: Catanzaro e Potenza in cui si spendono rispettivamente 7.137€ e 7.625€. Terza Trieste, con una media inferiore del 25% rispetto a quella nazionale.
I bonus previsti dalla Legge di Stabilità stanno spingendo molte persone a ristrutturare le proprie abitazioni, migliorarne l’efficienza energetica e acquistare nuovi mobili. Gli effetti benefici di questi bonus sono visibili soprattutto nella spinta ad affrontare spese che in tempi di crisi sono state tralasciate dando luogo a conseguenze negative per tutti i professionisti coinvolti. Oggi le cose stanno migliorando molto.

(fonte: – dichiara Marco Ogliengo, amministratore delegato di ProntoPro.it)

Matteo Nencioni – Agente Immobiliare

BONUS PER ACQUISTO DI MOBILI E ARREDI

Published by:

Bonus mobili, raddoppio senza cumulo.

La legge di Stabilità 2016 raddoppia i bonus per l’acquisto di mobili e arredi. Infatti la legge 208/2015 ha prorogato per quest’anno la detrazione del 50% delle spese sostenute (fino a 10mila euro) per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici – di classe non inferiore ad A+, nonché di classe A per i forni e le apparecchiature per le quali è prevista l’etichetta energetica – che sono destinati all’arredo dell’immobile oggetto di ristrutturazione. La proroga va in parallelo con la conferma, anche quest’anno, dell’agevolazione fiscale per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio, con una detrazione del 50% (65% per gli interventi antisismici) per un massimo di 96mila euro.

Come detto, la legge di Stabilità ha potenziato ed esteso lo sconto fiscale per i mobili: per le giovani coppie, coniugi o conviventi, di cui uno almeno abbia meno di 35 anni (o compia 35 anni quest’anno) c’è la possibilità di detrarre in dieci anni il 50% della somma impiegata per l’acquisto di mobili destinati all’abitazione principale.

La casa deve essere stata acquistata, a titolo oneroso o gratuito, nel 2015 o nel 2016. In questo caso il bonus mobili ha un plafond di 16mila euro. Il nuovo bonus mobili è destinato a favorire le giovani coppie in possesso, nel 2016, dei requisiti soggettivi previsti dalla legge. In caso di coniugi non importa la data del matrimonio; la convivenza invece deve durare da almeno tre anni e deve essere attestata dalla stato di famiglia. La casa può essere acquistata dalla coppia o da uno dei partner, in questo caso l’agenzia delle Entrate richiede che il proprietario sia il partner under 35. L’acquisto può essere stato effettuato anche lo scorso anno, visto che la normativa fiscale dà tempo 12 mesi per adibire l’immobile ad abitazione principale. La destinazione, per gli acquisti 2016, deve avvenire, comunque, entro il termine della presentazione della dichiarazione dei redditi 2017, relativa al 2016. L’agenzia chiarisce che l’acquisto dei mobili può avvenire in qualsiasi momento nel 2016, purché la casa acquistata quest’anno sia destinata – come detto – ad abitazione principale entro il termine per la dichiarazione dei redditi 2017 (2 ottobre).

Per gli acquisti di case nel 2015 la destinazione ad abitazione principale deve avvenire entro il 31 dicembre 2016. Il bonus mobili per giovani coppie è calcolato, come detto prima, su un importo complessivo di 16mila euro: l’acquisto può essere effettuato da entrambi i partner o da uno solo dei componenti, anche da colui che ha superato i 35 anni. L’acquisto deve essere effettuato con bonifico o con carta di debito o di credito: non è richiesto il bonifico utilizzato per le ristrutturazioni edilizie (la regola vale anche per il bonus mobili ”generale”).

La circolare delle Entrate 7/E chiarisce che per la «medesima unità abitativa», non si può beneficiare sia della detrazione Irpef del 50% per l’acquisto di mobili da parte delle giovani coppie, sia di quella generale, sempre del 50%, utilizzabile da tutti i contribuenti Irpef. L’incompatibilità vale anche per acquisti di mobili diversi, necessari per arredare case acquistate quest’anno (o nel 2015), adibite ad abitazione principale entro il 2 ottobre 2017 (o entro il 31 dicembre 2016) e contemporaneamente soggette a lavori di ristrutturazione quest’anno. Cioè vale anche se sono rispettate tutte le condizioni delle due norme agevolative.

Ad esempio, se una giovane coppia compera un arredo su una casa che ha acquistato quest’anno, nella quale fa fare, entro la fine del 2016, delle manutenzioni straordinarie detraibili al 50%, non può beneficiare della doppia detrazione del 50%, quella per le giovani coppie e quella generale. Oltre a questa regola, però, secondo l’agenzia delle Entrate l’incompatibilità delle due agevolazioni è molto più ampia, in quanto «non è consentito fruire di entrambe le agevolazioni per l’arredo della medesima unità abitativa». Quindi, una giovane coppia non potrà acquistare, ad esempio, 16mila euro di mobili per arredare la propria abitazione principale di proprietà e acquistare anche 10mila euro di altri mobili per la stessa abitazione, previo lavori di recupero edilizio agevolabili al 50%. Ma l’agenzia va oltre e afferma che se la coppia o uno solo dei componenti beneficia, «anche parzialmente, del bonus mobili e grandi elettrodomestici, per acquisti effettuati dal 6 giugno 2013 al 31 dicembre 2016, non potrà altresì beneficiare del bonus mobili giovani coppie per l’arredo del medesimo immobile». L’incompatibilità, quindi, non riguarda solo «l’arredo della medesima unità abitativa», ma anche, da un lato, l’acquisto di grandi elettrodomestici (beneficiando, anche parzialmente, del bonus generale), dall’altro lato, l’acquisto di mobili, usufruendo della nuova detrazione per le giovani coppie. Queste ultime, comunque, potranno beneficiare di entrambe le agevolazioni, nel rispetto delle relative prescrizioni, se i mobili (o i grandi elettrodomestici) acquistati saranno destinati all’arredo di unità abitative diverse.

(Fonte: Il Sole 24ORE – Quotidiano del Condominio, 2 aprile 2016)

Matteo Nencioni – Consulente immobiliare – Esperto in valutazioni immobiliari e Contrattualistica.

 

ACCONTO O CAPARRA: ECCO LE DIFFERENZE.

Published by:

Tutti abbiamo sentito parlare di acconto e di caparra. Ma quali sono le differenze principali che è opportuno conoscere prima di firmare un contratto preliminare di compravendita?

Spesso, in una compravendita immobiliare, ci troviamo a consegnare in anticipo una somma di denaro per l’acquisto senza ben conoscere la differenza tra #acconto e #caparra. Distinguere le due è molto importante perché le conseguenze, in caso di inadempimento contrattuale, sono ben diverse e a volte anche indesiderate.

Quando parliamo di acconto o di caparra ci riferiamo, in entrambi i casi, ad un anticipo di denaro sul pagamento di un prezzo; ma la loro funzione è diversa.

Vediamo le differenze sostanziali:

  • Acconto: è un anticipo sul pagamento del prezzo dovuto o pattuito, che viene consegnato per confermare la propria volontà all’acquisto (di un bene o di un servizio). Nessuna delle parti ha diritto di trattenere l’acconto, nemmeno nel caso in cui una delle due sostenga di aver subito un danno. Pertanto, l’acconto dovrà essere restituito tutte le volte che il contratto non si conclude, indipendentemente dalla responsabilità delle parti. Per avere un risarcimento, la parte danneggiata dovrà fare causa e dimostrare di aver subito un danno.
  • Caparra Confirmatoria: come l’acconto, anche la caparra confirmatoria è un anticipo sul pagamento del prezzo dovuto, che viene consegnato per confermare la propria volontà all’acquisto di un bene o di un servizio; nel caso però in cui una delle parti sia inadempiente non mantenendo quindi gli impegni presi, ha la funzione di risarcimento senza che si debba fornire la prova del danno subito.

Il codice civile stabilisce che in caso di inadempimento dell’acquirente (cioè di un rifiuto ad acquistare) la caparra confirmatoria versata può essere trattenuta dal venditore a risarcimento del danno subito. Se  è inadempiente il venditore (perché si rifiuta di vendere), l’acquirente può richiedere la restituzione del doppio della caparra confirmatoria versata. L’alternativa è quella di rivolgersi al giudice per costringere la parte a rispettare l’impegno assunto.

Un esempio pratico: Decido di acquistare una casa al prezzo di €200.000,00 e firmo un contratto preliminare di compravendita, versando al proprietario una caparra confirmatoria di € 20.000,00.

Ecco che cosa può succedere:

  • SE SI STIPULA L’ATTO: Al momento del rogito notarile definitivo di trasferimento, rispetto l’impegno preso e verso il saldo di €180.000,00. In questo caso la caparra confirmatoria viene considerata come un acconto.
  • SE NON VOGLIO PIU’ COMPRARE LA CASA: decido di non comprare più l’immobile, in questo caso il proprietario ha il diritto di trattenersi la caparra che ho versato a titolo di risarcimento per inadempienza.
  • SE NON VOGLIONO PIU’ VENDERMI LA CASA: il venditore decide di non vendermi più la casa, in questo caso ho il diritto di farmi restituire il doppio della caparra che ho versato a titolo risarcimento per inadempienza del venditore.
  • SE NON VOGLIONO PIU’ VENDERMI LA CASA MA IO VOGLIO COMUNQUE COMPRARLA: il venditore decide di non vendermi più l’immobile, ma io decido che lo voglio acquistare comunque allora mi rivolgerò al Giudice per costringere il venditore a tener fede al suo impegno preso.

In mancanza di diverso accordo contrattuale, la somma versata senza specificare se si tratta di una caparra confirmatoria, è considerata come acconto. Perché possa considerarsi caparra è necessario che ciò venga specificato e scritto nel contratto preliminare di compravendita.

Diversa invece è la Caparra Penitenziale che in sostanza è il corrispettivo per il diritto di recesso.

Per maggiori delucidazioni riguardo la #caparra confirmatoria si rimanda all’articolo 1385 del codice civile.


Geom. Matteo Nencioni – Consulente Immobiliare specializzato in contrattualistica e valutazioni immobiliari.

Per qualsiasi informazione o integrazione potete scrivermi a: matteo@immobiliarenencioni.it