COSA E’ CAMBIATO E COSA CAMBIERA’ NELL’ABITARE? NE ABBIAMO PARLATO CON GLI ARCHITETTI DESIGNER DI DAINELLI STUDIO.
In questo periodo tutti ci siamo trovati a “restare in casa” per un periodo lungo. Non chiusi in casa ma sicuri in casa.
Certo ci si abitua, si trovano idee per passare la giornata, tra lavoro in smart-working, faccende domestiche e palestra fai da te. Abbiamo riflettuto molto, organizzato e ripensato la nostra casa e gli spazi di essa, rendendola più funzionale possibile ai nostri bisogni quotidiani.
Ma come e cosa cambierà nel modo di abitare, di co-abitare e nel modo di concepire la casa?
Ci siamo posti queste ed altre interessanti domande e cerchiamo di proporre delle soluzioni, delle idee, ovviamente in base alle personali esigenze.
Per questo ho voluto parlarne personalmente con Marzia Dainelli di DainelliStudio (www.dainellistudio.it) per capire cosa potrà cambiare nel modo di abitare ma sopratutto nel modo di concepire una casa, a seguito di questa emergenza sanitaria globale.
INTERVISTA ALL’ARCH. MARZIA DAINELLI
Chi è Dainelli Studio?
Dainelli Studio viene fondato nel 2007 da Leonardo e Marzia Dainelli, coppia di designer e architetti specializzati rispettivamente nel design di prodotto e nell’interior design.
Lo studio – con sede a Milano e Pisa – realizza progetti di interior per spazi pubblici e privati ed ha all’attivo collaborazioni con prestigiose aziende del mondo dell’arredo tra cui: Arketipo, Fendi Casa, Fiam, Frag, Fratelli Boffi, Gallotti&Radice, Giorgetti, Lema, Londonart, Mogg e Porada.
La continua ricerca estetica e formale, tratto distintivo di Dainelli Studio, si concretizza in un design ricercato, attento alle proporzioni, all’armonia tra forme, colori, materiali e finiture.
Ogni progetto, infatti, porta con sé una profonda cultura progettuale unita alla conoscenza delle tecniche e dei processi produttivi industriali ed artigianali.
Che caratteristiche deve avere “la casa di oggi”
Deve farci sentire “A Casa”, credimi non è così scontato!
Questo significa che devi un po’ conoscere le persone che ci abiteranno, capire cosa vogliono, cosa non gli piace, insomma aiutarli a tradurre un pensiero, a volte confuso, nella realizzazione delle loro idee.
Proposte, suggestioni, e a volte qualche NO, aiuta il committente a mantenere una linea invisibile ma coerente, che solo il professionista può cogliere per arrivare ad avere la casa che avevano sognato.
Cosa cambierà nel modo di abitare la casa?
Fino a poco tempo fa pensavamo che la casa potesse essere solamente il luogo dove ritrovare la famiglia, gli amici e tutto ciò che ruota intorno alla sfera personale.
Oggi crediamo possa diventare un luogo più trasversale, dove permangono tutti gli aspetti familiari e sociali ma con la possibilità di intersecarsi con spazi multifunzionali.
Un luogo dove “portare dentro” anche azioni e momenti della quotidianità che pensavamo relegati agli spazi lavorativi.
Come possiamo ripensare agli spazi abitativi della nostra casa?
Adesso che abbiamo tutti “provato” la permanenza in casa per un lungo periodo, credo ci possa essere chiaro ciò di cui avremmo bisogno.
Mettendo in luce queste esigenze il professionista può creare un progetto “ad hoc”. Il progetto di spazi abitativi non può prescindere da chi lo abita, deve essere completamente “su misura”.
Come cambierà il modo di progettare post Covid?
Dovremo quindi tener conto di questi aspetti e cercare di creare degli “spazi neutri”, aree che possano un po’ cambiare in base alle esigenze sia del singolo individuo che abita la casa, sia in base a delle esigenze che potrebbero cambiare nel tempo.
Qual è la stanza a cui oggi dedichi ancor più attenzione quando progetti?
Credo sia quella di chi la abita.
Mi spiego meglio. A me piace capire “chi ci abiterà” per potergli realizzare un progetto dedicato, come un vestito su misura.
Un po’ di psicologia, in questo caso, non guasta!
Ogni famiglia ha le proprie abitudini, le proprie priorità ed anche le proprie fantasie: l’architetto dovrebbe aiutarle a realizzarle nello spazio che preferisce.
Mi piace molto il tuo modo di progettare, il tuo stile e “l’arte del recupero” che applichi ai progetti.
E’ proprio questa la situazione: una casa deve poter “raccontare” il suo vissuto e quello di chi lo abita.
Il progetto di ristrutturazione dovrebbe tener conto delle nuove esigenze di chi lo abiterà, senza perdere la propria storia, ma anzi enfatizzandola.
E’ bello anche ritrovare alcuni pezzi, alcuni ricordi della nostra vita, magari dandogli una nuova veste.
Qual è il “pezzo di design” che non dovrebbe assolutamente mancare in una casa?
Sicuramente la luce artificiale: penso che un oggetto come una luce (lampada da appoggio, applique o lampadario) sia uno tra i più importanti elementi che distinguano una casa.
Posizionati nel modo corretto ci aiutano a creare un’atmosfera di relax e di accoglienza, nel tempo che di solito – emergenza a parte – viviamo maggiormente in casa.
Qual è il colore per gli interni di tendenza quest’anno?
Senza dubbio il BLU, declinato in tantissime sfumature: dall’azzurro polvere al navy.
Chi è il tuo architetto preferito?
Tra i designers sicuramente Giò Ponti, gli anni 50 sono tra i miei preferiti…
Avrei voluto vivere in quegli anni, c’era una continua scoperta di nuove soluzioni d’arredo e di proposte abitative. Sono gli anni di scoperta del design industriale, di tecniche innovative e l’architetto poteva progettare la casa dalla suddivisione degli spazi interni, ai mobili fino alla decorazione.
Amo molto anche il modernariato americano, che possiamo scoprire nei progetti delle ville di Frank Lloyd Wright per citarne uno tra i più famosi.
In Italia, purtroppo, non è così diffusa la “cultura dell’architetto”. Perché secondo te?
In generale credo sia un problema culturale, e si allarga a tante professioni…a noi italiani ci piace fare “ il dottore” , l’avvocato” e persino il “mister” delle squadre sportive! 🙂
Sicuramente per le professioni creative è anche più facile, non essendoci regole oggettive, sentirsi in grado di poter fare un progetto. La maggior parte delle volte sembrerebbe trattarsi di regole solo soggettive, direi che non è assolutamente così!
Sono convinta che, chi prova la collaborazione con il giusto professionista, possa percepirne palesemente la differenza!
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Spero che questa intervista ti sia stata utile per riflettere, per pensare e ripensare alla tua attuale abitazione. La casa, complice questo periodo di stop forzato, ha acquistato maggior importanza nella nostra vita e sarà, anche in futuro, il bene rifugio più importante per gli italiani.
Matteo Nencioni
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Sono Matteo Nencioni, agente immobiliare, consulente, imprenditore. Se anche tu stai pensando di vendere o acquistare una nuova casa nella provincia di Pisa, clicca sulla scritta e contattami ora!